lunedì 11 aprile 2011

Intervista al fondatore di AntiFeminist

Pubblico qui una inedita e lunga intervista al fondatore e responsabile di Antifeminist On Line Journal, tra i primi e più importanti organi di controinformazione AntiFemminista nel panorama italiano.
L'intervista è stata ideata e realizzata dal vignettista Francesco Vittorino . Prima di farvi leggere l'intervista, faccio una premessa in quanto troppo spesso noi militanti Antifemministi siamo chiamati a giustificarci delle nostre vedute e delle nostre battaglie antisessiste nonchè monotonamente a chiarire le nostre posizioni quasi come se dovessimo dimostrare agli altri la nostra correttezza morale(ovviamente non mi sto riferendo a questa intervista, anche se non condivido il tono e le considerazioni poste in alcune domande, specie quelle sul "maschilismo", fantomatico tra l'altro). Logica vuole che in questa società attuale in cui-attraverso una sistematica e criminogena opera di manipolazione culturale,mediatica,psicologica ed emotiva- è stata travisata e riscritta la storia passata e presente dell' umanità come una storia di oppressione del genere maschile su quello femminile(Grande Narrazione Femminista) al punto che ogni uomo indistintamente in quanto uomo viene invitato "a riflettere" in chiave autocritica quando non addirittura a chiedere perdono indiscriminatamente a tutte le donne in quanto donne, non possiamo e non dobbiamo essere noi Antifemministi(tra l'altro,pochissimi e ininfluenti in questa società) a giustificarci e a rendere conto del nostro AntiFemminismo, bensì devono essere i fautori di questo criminale Sistema di Pensiero dominante a rendere conto di questa perversa e scellerata menzogna elevata a dogma cui quasi tutti credono e sostengono. Logica vuole che in una società come la nostra in cui viene sfacciatamente dichiarata e proclamata la superiorità intellettiva e biologica delle donne sugli uomini nonchè le minori capacità di quest' ultimi rispetto alle donne,in cui il Male Bashing culturale e mediatico impera sovrano, in cui alla Violenza e al Male sono stati attribuiti connotati maschili("violenza maschile", "violenza sulle donne") e non neutri sessualmente come invece dovrebbe essere, in cui ogni anno a milioni di uomini vengono distrutti sentimenti,animo e psiche nel subire atroci divorzi e separazioni spesso chiesti per motivi pretestuosi e da cui  finiscono per perdere casa, soldi e figli riducendosi spesso a dormire nell'auto e a mangiare alle mense dei poveri, e quant'altro, non possiamo e non dobbiamo essere noi antifemministi a dimostrare di non essere misogini e "maschilisti", bensì devono essere coloro che accettano e avallano tutto questo marciume prima descritto a dimostrare di non essere misandrici(odio antimaschile --->Misandria) e quindi a rendere conto del loro Femminismo(anche se non dichiarato). Dunque se la logica non è una opinione è il Femminismo ad aver dichiarato la guerra fra i sessi. Pertanto non possiamo e non dobbiamo essere noi Antifemministi a stare sulla difensiva per dimostrare la nostra correttezza morale, ma sono gli altri(il popolobue) a dover rendere conto.Tocca all' AntiFemminismo(duro e militante)  disinnescare questa assurda guerra silenziosa e quindi a procacciare la pace fra i due generi, in quanto la guerra fra i sessi è la madre di tutte le ingiustizie,dolori e infelicità tra individui.
Buona Lettura

Il Volo di Dedalo

Prima di tutto presentati ai lettori dell'intervista.

 Mi chiamo Riccardo, e sono l'autore del sito AntiFeminist e del blog collegato, FeMatrix. AntiFeminist l'ho aperto alla fine del 2005, mentre FeMatrix alla fine del 2008.

Come nasce il tuo giornale online?

Il sito decisi di aprirlo per offrire un nuovo punto di vista rispetto ai siti antifemministi presenti sul web in quegli anni, infatti come target ho sempre deciso di puntare ad un pubblico giovane. Inizialmente volevo fare un sito antifemminista in inglese per raggiungere un pubblico maggiore, poi decisi di farlo sia in inglese che in italiano, e alla fine scelsi di farlo solo in italiano, dato che in inglese i siti e blog antifemministi erano già abbastanza numerosi. Il sito come è adesso, con oltre 150 articoli, circa 50 video, gallerie fotografiche e altri lavori di grafica, è il frutto di 4 anni di attività circa.

Il Devoto-Oli definisce l'antifemminismo un "atteggiamento di netta opposizione alle rivendicazioni di parità sociale e politica fra uomo e donna, avanzate dal movimento femminista.". Cosa ne pensi?

La definizione di "antifemminismo" del Devoto-Oli è la definizione di un vocabolario viziato ideologicamente (dal femminismo), e non poteva essere altrimenti ("la storia la scrivono i vincitori"). Che il femminismo mirasse alla "parità sociale e politica fra uomo e donna" è una balla, utilizzata dalle femministe per far ingollare il loro rospo amaro a gonzi e ingenui di ogni risma. Il femminismo è un'ideologia totalitaria che ha come scopo il suprematismo femminile: già le prime femministe di fine 1800 parlavano di "futuro mondo delle donne", di "partenogenesi", e di donne che si sarebbero trasformate in "dittatrici nella vita sociale" una volta che il femminismo si fosse imposto. Tutto il contrario della "parità". E infatti vediamo quali sono i frutti del femminismo: suprematismo femminile, misandria, quote rosa, affirmative actions. E oggi, nel 2011, molte femministe stanno iniziando a dirlo apertamente. Alcune, come la femminista ebrea-americana Hanna Rosin, stanno proclamando "vittoria" e dicendo chiaramente che lo scopo finale non era la parità (impossibile, dato che loro si ritengono superiori) bensì il "mondo delle donne". Non per niente l'articolo più famoso della Rosin è intitolato "la fine degli uomini". Questo è il femminismo: il frutto non cade mai lontano dall'albero.

 Io sono si sinistra, ed ho sempre pensato che il mio antifemminismo fosse un atteggiamento di sinistra, in quanto considero una delle caratteristiche di questa parte politica il considerare tutti gli esseri umani di pari dignità (e la definizione del Devoto-Oli sbagliata). Tuttavia, noto che molti antifemministi sono di destra. Tu che ne pensi?

 Io non ragiono più in termini di sinistra o di destra, devo però constatare che alcuni antifemministi di destra -per motivi che non mi interessa indagare, probabilmente per loro fissazioni e fisime ormai incistate e inamovibili- portano un contributo negativo alla causa, mischiando il razzismo alla causa antifemminista, nel tentativo (goffo e vano) di spostare l'attenzione femminista verso altri bersagli, che secondo questi antifemministi sarebbero "più cattivi" dei maschi occidentali. Questo è un modo di procedere, oltre che dannoso alla causa, tipico di quegli uomini che a parole son tanto bravi a ripetere il mantra "homo homini lupus", ma che poi nei fatti sono loro i primi "lupi" che non si fanno problemi a tentare di sviare l'ira misandrica delle femministe verso altri uomini, colpevoli solo di avere o la pelle più scura, o appartenere ad un'altra religione, o di vivere in qualche paese del terzo mondo dal quale quotidianamente ci giungono solo le notizie più truculente e nient'altro (immaginate se in un mondo extraterrestre, le tv aliene parlando dell'Italia lo facessero solo riportando le notizie di omicidi, rapine, delitti mafiosi  etc.etc. Quale idea si farebbero di noi ? Ovviamente un'idea pessima). Io vedo ogni uomo, di qualunque razza, religione o nazionalità, come un "fratello" e un potenziale alleato. Questo per me è distanziarsi dalla logica del "homo homini lupus". Gli unici maschi che non riconosco come "fratelli", ma come nemici assoluti, sono i maschi-femministi, che per me sono autentico sterco, la forma di vita più bassa e vile esistente in questo pianeta, ben peggiori anche delle femministe stesse. Detto questo, anche alcuni antifemministi di sinistra hanno le loro fisime, le loro piccole fissazioni micragnose da cui non sembrano riuscire ad emanciparsi, gente che per la causa non fa un beneamato cazzo, ma che spende gran parte del suo tempo a ricoprire il ruolo di "direttore di orchestra", andando a cercare con la lente d'ingrandimento il "pelo nell'uovo" in chi si sbatte da anni per far avanzare la 'questione maschile' in Italia. Insomma, alla fine non è comunque una questione propriamente di tendenze destrorse o sinistrorse a sancire il grado di nocività che un individuo può portare nel campo della 'questione maschile', in entrambi gli schieramenti c'è chi si rimbocca le maniche e fa quel che può e come può, e chi invece mette i bastoni nelle ruote a chi già faticosamente porta avanti questa battaglia.

Ti ho già chiesto, una volta, sul tuo sito, cosa pensi del mascolinismo. Vuoi ripetermi la tua risposta per i lettori di questa intervista?

 Che è una parola che non mi piace. Non mi è mai piaciuta, proprio come non mi è mai piaciuta la parola "femminista". Antifemminista per me significa muovere una critica verso il femminismo, non creare un'ideologia speculare ma declinata al maschile, cosa che il termine "mascolinismo" sembra richiamare.

 Restando in argomento; cercando su Google "mascolinismo" compare la scritta "forse cercavi 'maschilismo'?". C'è qualche legame tra le due cose?

Quelli che usano il termine "mascolinismo" danno comunque un significato diverso alle due parole. Il termine "maschilismo" è ormai inutilizzabile, qualunque cosa questo termine possa aver significato in passato, le femministe l'hanno da sempre usato in termini negativi, a torto o a ragione, e quindi ormai ha assunto un'accezione negativa. "Maschilismo" ormai è un'etichetta utilizzata per soffocare il dissenso, viene utilizzata a seconda delle occasioni e della convenienza. Se uno dice che le donne dovrebbero coprirsi un pò di più è "maschilista". Se dice che dovrebbero spogliarsi un pò di più è "maschilista". Se dice che "facciano come accidenti credono", è maschilista ugualmente se gli effetti del libero comportamento femminile diventano imbarazzanti per le femmine stesse, come stiamo vedendo in questo periodo con la faccenda di Berlusconi, le escort e le veline. Quelle donne erano libere di disporre del proprio corpo come meglio credevano: potevano andare a fare lavori normali, umili ma dignitosi, e invece si sono prostituite. Ma la colpa nonostante questa libertà di scelta non è loro: è del "maschilismo". Le donne che d'estate vanno in strada con la minigonna girotopa se le guardi sono capaci di accusarti di "maschilismo" per via di questa loro libertà di abbigliamento. Se poi il sindaco di una città decide però di vietare l'uso delle minigonne, scatta ugualmente l'accusa di "maschilismo". Questo è, nel succo, il femminismo. E' un'ideologia "plastica", non rigida, si può applicare ovunque senza tenere conto di una qualche coerenza. Il femminismo è un contenitore che al suo interno racchiude tutto e il contrario di tutto: in ogni occasione all'interno di questo contenitore si trova sempre la scusa pronta per scaricare la colpa dei fallimenti delle donne al "patriarcato", al "maschilismo", all' "immaginario maschile" e via dicendo. In questo minestrone di idee contrastanti, l'unica costante è che le donne sono per natura innocenti. Anche quando sono palesemente colpevoli di qualcosa, dal contenitore si tira fuori il "vero colpevole" che funge poi da scarico di coscienza per le donne: il maschilismo, il patriarcato, e ogni altro capro espiatorio mitologico e metafisico che non esiste se non nelle teste bacate delle femministe.

Tra maschilismo e antifemminismo, invece?

Io devo ancora sentire una definizione precisa di maschilismo, quando la sentirò allora se ne potrà riparlare.

Ti do la mia: "disprezzo verso le donne".

Si sarebbe chiamato: antifemminilismo. Il femminismo è un'ideologia, non un genere sessuale.

Può l'antifemminismo portare al maschilismo? Penso al meme "Get back to the kitchen" di chiara ispirazione antifemminista ma palesemente maschilista.

Quando dall'altra parte non c'è volontà di dialogo, e attualmente non c'è, dato che le femministe credono di essere infallibili (non per niente loro fanno i "Monologhi della Vagina": in un monologo per definizione stessa non c'è dialogo, ma si sente una voce sola), una situazione che non presenta apparenti sbocchi può portare ad un atteggiamento di aggressività e ostilità fine a sé stessa. Come dire: dato che non c'è soluzione alla questione, tanto vale rispedire al mittente un pò di odio e veleno. Le femministe spesso si lamentano che gli "uomini non parlano", che "non si aprono": appena però questi dicono qualcosa, senza filtri politicamente corretti, vengono o censurati o sommersi da offese e ingiurie di ogni tipo. Gli unici "uomini" che le femministe vogliono sentire parlare sono gli eunuchi e i tanti castrati mentali che ci sono in occidente: maschietti ridicoli, autentici "storpi emotivi" (per usare un'espressione cara alla femminista Germaine Greer), bugiardi con se stessi e con il prossimo, che non avendo mai tagliato simbolicamente il cordone ombelicale dalla madre, si rapportano con le altre donne della loro vita (amiche, fidanzate, mogli etc.etc.) come se fossero una sorta di surrogato materno. E a volte, questi "storpi emotivi", mettono in competizione la loro vera madre con il surrogato (moglie o fidanzata), creando una situazione insostenibile per tutti quanti. Il bambino piccolo è affezionato alla madre e le da sempre ragione, quando frigna basta un'occhiataccia severa della madre per rimetterlo in riga. Questo è il modo con cui i maschi-femministi si rapportano con le donne, come dei "bambini". Questo non è un "rapporto alla pari", nonostante i tanti maschi-femministardi presenti in occidente siano convinti del contrario. Un uomo che critica una donna, o generalizzando "le donne" o certi comportamenti femminili, lo fa perchè si rapporta con loro su di un piano paritario: dà loro pari dignità, le pone su un piano di assoluta eguaglianza rispetto agli uomini. E per questo motivo si prende il diritto di criticarle, o di dire "non sono d'accordo" quando queste dicono qualche cretinata: esattamente come si fa con gli uomini. Non le tratta da "bambine", come fanno i maschi-femministi, scaricando le loro colpe sempre sugli "adulti" (gli uomini). Questo atteggiamento dei maschi-femministi, che vedono le donne come esseri mai completamente adulti -e quindi degni di difesa ad oltranza, come si fa per i bambini- dovrebbe far infuriare le donne, e invece queste sembrano felicitarsi di questa situazione.

Ma l'altra parte dove non c'è volontà di dialogo è il femminismo. Dire che le donne devono stare in cucina, invece, è un'offesa alle donne!

Ho già risposto: "atteggiamento di aggressività e ostilità fine a sé stessa". Dire "tornate in cucina" non ha senso perchè nemmeno in passato le donne stavano in cucina e basta: è solo uno sfogo rabbioso fine a se stesso.

Se fosse vero che l'antifemminismo può portare al maschilismo, comunque, significherebbe anche che è vera quella storia secondo cui il femminismo è antimaschilismo degenerato (cosa che io non credo e che, dai tuoi articoli, so che non credi nemmeno tu)?

 Il femminismo è nato storpio già dal nome. Basti prendere come esempio un paese come la Svezia: il paese più femminista del mondo, dove rimuovono gli urinali dalle scuole perchè ritenuti "lesivi della dignità della donna", dove gli uomini sono niente più che cagnolini addomesticati e castrati, dove la prostituzione è legale, nel senso che le donne possono vendersi ma gli uomini non possono comprare, dove nei campus universitari girano "funzionarie per il controllo della parità fra i sessi" che ti mettono multe se "sentono" che le hai guardate storte, dove le donne hanno superato da tempo la "parità" e, nonostante tutto questo, negli ultimi anni è nato un partito chiamato Iniziativa Femminista che vuole abolire il matrimonio e tassare i maschi solo perchè maschi. E' un pò come se in un paese già totalmente "nazista", composto al 100% da "pura razza ariana", nascesse un ulteriore "partito nazista" con l'intento di portare avanti ancora politiche razziali. Siamo cioè all'assurdo. Il femminismo è una malattia mentale e va trattata come tale.

Questo è affascinante, oltre che un po' raccapricciante, ma non risponde alla domanda.L'antifemminista può trasformarsi in maschilista? Se sì, quando? Come?

Il buono può trasformarsi in cattivo? Se sì, quando e come? Interpelliamo i grandi filosofi per dare una risposta a questa domanda.

Te lo chiedo anche perché, nonostante la tua posizione nei confronti del mascolinismo (che condivido), il tuo sito è comunque un sito "a tema", un sito, cioè, che parla di una sola forma di discriminazione. Poco fa hai parlato di "questione maschile", ad esempio. Schierarsi a difesa di una sola categoria non è un primo passo per verso l'esclusivo favoreggiamento di essa?

Il mio sito parla solo di una forma di discriminazione, perchè a parlare dell'altra forma di discriminazione (vera o presunta) già ci pensano tutti i giornali, tutte le televisioni, tutte le organizzazioni finanziate con fondi statali, ministeri appositi etc.etc. Insomma, è una questione di visibilità. Spero vivamente che un giorno non servirà più un sito a tema per parlare di questi argomenti, e che sui giornali troveremo articoli che rappresentano tutti i punti di vista.

Sul tuo sito c'è una sezione in cui definisci alcuni disegni osceni molto esagerati "disegni vari di maschi mentalmente disturbati". Cosa pensi di certe tendenze sessuali? Te lo chiedo anche perché tutto ciò mi ricorda un vecchio slogan femminista secondo il quale il rapporto anale, o addirittura un qualunque rapporto sessuale, simboleggerebbe la sottomissione della donna all'uomo.

A me di quello che le persone fanno nella propria intimità non m'importa. Mi interessa, invece, quando certi fetish sessuali che hanno certi uomini di potere vanno ad influenzare la loro attività lavorativa, finendo poi per contribuire a plasmare l'intera società secondo queste loro "tendenze"...

In che senso? Fai un esempio.

Ad esempio nella pubblicità, nei mass-media, nei films. Gli esempi di registi maschi che trasformano le loro tendenze sessuali in "opere" che poi vanno a plasmare l'intera società si sprecano.

 "Gli antisessisti e le antisessiste" si legge su Anarchopedia, "non attaccano con la stessa forza il femminismo in quanto comprendono che è nato come reazione a un sistema che discrimina uno dei due sessi.". Che ne pensi?

Che il "sistema" ha da sempre discriminato entrambi i sessi. Il femminismo ha creato e fomentato una Guerra fra i Sessi che sta distruggendo il tessuto sociale dell'intera società. Il fatto che continuino a lamentarsi, come fanno in un paese ultra-femminista come la Svezia, è la prova definitiva che il femminismo è nato per perseguire un'agenda di suprematismo femminile (come appunto suggerisce il nome stesso dell'ideologia in questione...).

Personalmente, sono del parere che essere antifemminista significhi prima di tutto essere contro il sessismo, contro coloro che sono femministi (uomini o donne che siano), e che, quindi non abbia nulla a che vedere con l'essere contro le donne. Anzi, essere antifemministi, per me, significa avercela con le donne tanto quanto essere contro il Terzo Reich, la mafia o il fascismo significa avercela con i tedeschi, i siciliani o l'Italia. Questa (non l'ho scritta per suggerirti la risposta, ma perché potessi rispondere avendo ben chiara la mia posizione a riguardo) è la risposta che avrei dato io alla domanda che sto per farti: qual è il tuo rapporto col genere femminile?

La penso al tuo stesso modo. Io poi quando penso al "femminismo" penso anche agli uomini, non solo alle donne. Il femminismo lo vedo come un virus che colpisce sia uomini che donne. Che le donne sfruttino questa situazione perchè pensano che ciò darà loro "maggior potere", così, in eterno, è una cosa naturale, dato che la vita in questo pianeta è un continuo rapporto di forze. Ma niente è eterno in questo pianeta, e anche il femminismo, come tutte le ideologie partorite dalla mente umana, sta attraversando una parabola che dopo la nascita e l'ascesa lo porterà poi inesorabilmente al declino e alla morte.

 Si può essere uomini e donne a prescindere da certi comportamenti e da certi ruoli, o ci si ritrova sempre legati ad essi?

Non credo di aver capito bene questa domanda.

Voglio dire, la sessualità di un individuo cade nel momento in cui cade un certo ruolo nella società? Si può rimanere donne arruolandosi nell'esercito o uomini senza farlo, ad esempio?

 Il sesso di un individuo non cade quando cade un certo ruolo nella società: alle femmine nell'esercito non cresce il pene e la muscolatura rimane come quella delle femmine civili, esattamente come agli uomini civili che non son mai entrati nell'esercito non casca per terra il pisello.

 A proposito dell'essere sia maschi che femmine dei femministi: chi ci guadagna col femminismo?

Bella domanda, ma richiederebbe una risposta troppo lunga. Proprio in questi giorni sto scrivendo un articolo a tal proposito, e non so quando lo finirò. Diciamo che ci guadagnano i Poteri Forti, che su un "divide et impera" operato alla base della società, cioè fra il rapporto uomo-donna, riescono a stabilire un controllo ferreo sulla popolazione, distruggendo il nucleo fondante della società, cioè la famiglia.

Anche se stiamo parlando di femminismo, sarebbe comunque assurdo negare l'esistenza del maschilismo. Qualora una donna si trovasse ad essere discriminata su base sessuale, il femminismo che ruolo giocherebbe?

Il ruolo di valvola di sfogo misandrica in funzione di perenne "guerra fra i sessi".

Sul tuo sito, oltre a quelli antifemministi, si trovano spesso articoli riguardo la questione israelo-palestinese. C'è un legame tra le due cose?

 Non propriamente, anche se in quelle vicende raccontate ci sono degli spunti di riflessione che hanno attinenza con la causa antifemminista. Ad esempio: certe azioni che nulla hanno a che fare con il femminismo, sono in grado di aumentare il livello di misandria nella società. Però questo è un argomento troppo ampio per essere trattato in questa intervista.

Cosa risponderesti a chi dice che quello che tu esamini sul tuo sito (pubblicità sessiste, sfottò pubblici ecc.) non è vero femminismo, sono solo stupidaggini, e che il femminismo vero è una lotta per la parità dei sessi?

Che "dai loro frutti li riconoscerete". Inoltre, nel sito riporto i concetti di molte "luminari" del pensiero femminista, che non hanno mai nascosto le loro vere intenzioni. Tutte le frasette sulla "parità dei sessi" sono specchietti per le allodole, aria fritta, propaganda per gonzi e creduloni.

Gli effetti di questo fantomatico femminismo falso quali sono?

Io non ho mai visto alcun "femminismo falso", tutti i "femminismi" fanno parte dello stesso calderone, e tutti hanno lo stesso scopo: il suprematismo femminile, la "fine degli uomini" e il "futuro mondo delle donne", come direbbe la femminista Hanna Rosin.

 In un mio recente articolo, sempre della Settimana di Vignette Antifemministe, c'era questa frase: "L'antirazzismo, e, quindi, anche l'antisessismo, non parte dall'idea che dire 'Oh, c'è un nero in città! Andiamo a picchiarlo!' sia sbagliato, ma dall'idea che, nella stessa situazione, bisogna dire: 'Oh, c'è un nero in città! Andiamo a chiedergli qualcosa sul suo paese!'.". Prima di tutto vorrei che commentassi questa frase, poi vorrei una tua riflessione riguardo a questo argomento: quanto detto poc'anzi può comunque essere una romantica illusione e trascendere alcuni ambienti, ad esempio quello del lavoro. Sarà una visione cinica e capitalista, ma nessuno da un lavoratore si aspetta che abbia una personalità, una cultura o una sessualità; un postino deve saper portare la posta e tanto basta. Che ne pensi?

Che nella frase finale della tua domanda hai centrato il nocciolo della questione: la diversità sessuale è un impedimento per il mondo capitalista, dove la finanza viene posta al di sopra di ogni valore, e passa a rullo compressore su ogni "differenza" (che andrebbe valorizzata come una ricchezza) perchè l'unica cosa che conta è il profitto e trasformare gli esseri umani in individui atomizzati e quindi consumatori compulsivi.

Ti definiresti un complottista?

Il vocabolario dà del termine "complottista" due definizioni: "uno che fa complotti", oppure "uno che crede che dietro ogni evento ci sia un complotto". Non sono un "complottista" secondo queste due definizioni.

 Dal tuo sito: "Non possiamo distruggere le iniquità fra gli uomini e le donne finchè non distruggeremo il matrimonio" (Robin Morgan); "per gli uomini non ha più senso sposarsi [...] si ricopre il ruolo di bancomat-vivente" (un tuo articolo). Identità di vedute?

 Tentare di salvare il matrimonio era senza dubbio un obiettivo dell'antifemminismo, dato che per il femminismo questa istituzione andrebbe distrutta. Ma ormai è troppo tardi, il matrimonio è ridotto in macerie, e si è trasformato in un tritacarne maschile che genera povertà e sofferenza. Per questo motivo, oggi un antifemminista non può più consigliare ad un uomo di sposarsi, perchè facendo così un uomo non farebbe alcun "gesto antifemminista", cadrebbe invece nella trappola del matrimonio in una società femminista, che è appunto un "tritacarne".

Cosa pensi della manifestazione che c'è stata il 13 febbraio?["Se non ora quando?" del 13 febbraio 2011, ndb]

Che ogni volta che alcune femmine fanno una pessima figura, invece di fare un pò di autocritica utilizzano subito il capro-espiatorio del mitologico "patriarcato" e del mitologico "maschilismo" come metodo per scrollarsi di dosso tutte le colpe. Un atteggiamento infantile, non da persone adulte: lo fanno perchè così hanno imparato fin da piccole da questa società femminista. E infatti i maschi-femministi così le trattano queste donne: da "bambine". Noi antifemministi portiamo un messaggio radicale, nuovo, scandaloso: le femmine sono esseri umani completi, quando raggiungono una certa età sono persone adulte, al pari degli uomini, e come tali vanno trattate. Ciò include la totale libertà di criticarle quando fanno qualcosa di sbagliato. Se le femmine occidentali vogliono essere trattate da persone adulte, inizino a prendersi la responsabilità dei propri errori e fallimenti, invece di dare sempre la colpa agli "uomini". Noi le trattiamo da persone adulte, e per questo diciamo che la responsabilità delle loro azioni è tutta loro: sono capaci di intendere e di volere, e sono dotate di libero arbitrio. I maschi-femministi che le sostengono la pensano diversamente: per loro le donne sono creature la cui vita è sospesa a metà strada fra l'infanzia e una poco più che adolescenza. I veri maschilisti, i veri misogini, quelli che non trattano le donne su di un piano di parità, perchè sotto sotto le considerano realmente "inferiori" -e quindi degne della loro untuosa, viscida, meschina e poco virile "protezione"- sono i maschi-femministi.

Del resto, anche l'indipendenza economica delle donne viene spesso definito un obiettivo del femminismo. Parlare di "uomo-bancomat" in una società femminista ha davvero senso?

Bisogna vedere cosa intendono le femministe per "indipendenza economica": indipendenza dovuta al proprio lavoro, o ai soldi che riescono a sgraffignare dall'ex marito in seguito ad una separazione ? Anche questa è indipendenza economica, e va a braccetto con l'uomo-bancomat.

In genere concludo le interviste con una domanda sui progetti futuri. A te vorrei farne una sul futuro di chi si occupa di antifemminismo. Riguarda alcune cose che ho visto, ultimamente, sul tuo sito e su altri con lo stesso tema. Ho sempre ammirato la tua lucidità nell'esaminare le cose ma, di recente, ho visto nei tuoi articoli tinte molto più scure, svarioni e, alle volte, vere e proprie sfumature di sessimo. In un articolo che segnalavi qualche giorno fa, si diceva che la rivolta in Tunisia è "iniziata dallo schiaffo a un uomo" in quanto uno degli eventi scatenanti è stato lo schiaffo di una ufficiale di polizia ad un venditore ambulante. Vedere l'uomo che si ribella alla donna prima del poveraccio che si ribella all'autorità mi sembra sessimo. Inoltre, spesso sento sostituire al termine "femminista" il termine "donna". Per non parlare di quel tale che criticava una pubblicità di una macchina in cui viene detto che "il carattere sarà sempre più donna" non perché parlare di carattere "sempre più donna" è da stronzi ma perché, a suo avviso "sono così imbecilli da non saper neanche guidare"; non specificava il soggetto ma dubito che fosse "quelli che fanno pubblicità femministe". Cosa ne pensi?

Non ho capito bene cosa intendi per "sessimo", e nemmeno la questione riguardante l'articolo sulla rivolta in Tunisia. Ho riletto più volte la prima parte di questa tua domanda ma non riesco a ricavarne un senso preciso. Riguardo al "tale che criticava una pubblicità di una macchina in cui viene detto che ... etc.etc.", anche qui non ho ben chiara la domanda, a cosa o chi ti riferisci in particolare?

Per quanto riguarda il commentato sulle macchine, si trattata di un commento a un tuo video  sul femminismo in televisione. Mostravi una pubblicità della Twingo in cui viene detta la frase "il carattere sarà sempre più donna" e un tale commentò (copio il commento per intero): "lo sapevo che l'avresti messa quella pubblicità di merda ahahah vogliono prendersi anche le macchine?? ma se sono così imbecilli da non saper neanche guidare ahahahahahah". Come detto, dubito che si riferisse ai pubblicitari.

 Iscriviti su YouTube e fai quella domanda a chi ha postato quel commento.

Quanto all'articolo sulla rivolta in Tunisia, vedere un cittadino sfruttato che si ribella all'autorità e gridare al femminismo non è diverso da vedere un primo ministro (autorità) che organizza orge coi soldi dei contribuenti (cittadini sfruttati) e gridare al maschilismo.

Quello che volevo dire era questo: prendete quest'uomo ad esempio, che se riceve uno schiaffo da una donna non porge l'altra guancia, come fanno i maschi occidentali. Tutto qui.

Insomma, la domanda che si cela dietro questi esempi è questa: non si rischia di perdere di vista il fatto che bisogna andare contro chi è sessista, mettendosi a difendere gli uomini, magari secondo il buon vecchio "difendi il tuo simile, distruggi tutto il resto"?

Anche qui non ho capito il senso onestamente. Nessun antifemminista difende gli "uomini" perchè sono "uomini", un antifemminista difende per prima cosa un certo ideale di maschilità, dopodichè difende il Genere Maschile dalle accuse false derivanti dal femminismo, ma non si occupa di "distruggere tutto il resto".

5 commenti:

Icarus.10 ha detto...

Di nulla, figurati.

Anonimo ha detto...

Io rappresento la vostra attenzione il film:
La strategia di lunga durata di superamento dell'islam coranico dagli padroni del progetto Bibbia
http://www.youtube.com/watch?v=hcYI9GtNLeE

Anonimo ha detto...

Sento che la cosa più importante, qui, i questo momento, sia rivolgermi a tutte le donne che hanno letto l'intervista di sopra e si sono sentite disgustate.
Forse voi ritenete, a buona ragione, che talune estremizzazioni siano esagerate. Ma, credetemi, il femminismo non è da meno. Io non ho nulla contro le donne, che reputo splendide, così come splendidi dovrebbero essere reputati gi uomini dalle donne. Gli uomini non sono coloro che picchiano le donne ne le donne sono coloro che uccidono o abbandonano in un cassonetto i flgi. Non confondiamo persone sbagliate con i gneneri sessuali. Le donne smettano di detestare gli uomini e le donne malate, quelle che ritengono che un qualsiasi rapportos essuale sia una forma di sottomissione all'uomo, cerchino una cura mentale. Cerchino la pace tutte coloro che vanno in giro urlando in topless, che inveiscono conto il genere maschile, o simili. Questa è psichiatria, non ideologia. La guerra dei sessi è la peggiore, quella che ci divide di più. Le donne riconoscano di essere donne e la smettano di voler fare tutto per dimostrare che sono diverse da donne. Un appello particolare va ai media, che sono drammaticamente monotematici. Non è possibile assistere a programmi TV e leggere giornali in cui si aprli solo ed esclusivamente di donnevititme e perfette e di uomini indemoniati e carnefici. Questa non è informzione, è la più grande manipolazione mediatica della storia del genere umano. Noi abbiamo al responsabilità di salvaguardare i nostri figli, loro sono arrivati dopo e non hanno mai visto un mondo senza manipolazione mediatica.
Per qunto mi riguarda un uomo che prende a calci una donna è un bastardo, ma non riesco a capire perchè una donna che prende a calci un uomo debba essere applaudita. La società si è ammalata, gravemente.

Anonimo ha detto...

mai sentito niente di più giusto. il femminismo é una malattia mentale.
io credo che servirebbero delle cliniche dove rieducare le donne a comportarsi come tali: casa figli marito. punto.

Anonimo ha detto...

Il fatto è che le donne, per natura, sono tendenzialmente femministe tutte le volte che non amano un uomo o che non trovano il vero piacere sessuale femminile con un uomo. Quando un uomo le fa provare un enorme piacere o quando loro sono innamorate per davvero, smettono di essere femministe e addirittura possono volersi sottomettere per istinto. Il punto è che alle donne non viene naturale amare un uomo effemminato, a meno di non avere disturbi psicologici derivati da esperienze o insegnamenti. È anche difficile provare intenso piacere con un uomo poco virile. Dove gli uomini hanno le palle le donne diventano compagne.Dove gli uomini non le hanno, le donne diventano stronze femministe. Ecco perché il femminismo ha bisogno di demolire i valori e la figura maschile per poter esistere: ha bisogno di instillare nella testa degli uomini un senso di inadeguatezza e inferiorità. Solo così le donne diventerannpo naturalmente femministe. Nella società di oggi le donne sono quasi al 100% femministe proprio per questo. Ecco perché gli uomini devono essere antifemministi coltivando la potenza del loro fisico (anche sessuale) e la loro capacità di risoluzione deiproblemi. In questo modo le donne torneranno a essere compagne e a contare sugli uomini, con buona pace di chi apposta cerca di distruggere il tessuto socuiale per meglio manipolare la società.