lunedì 12 settembre 2016

Un'altra raccolta di miei articoli


Qui sotto, un altro elenco di alcuni miei articoli scritti sulla mia pagina "AntiFemminismo".

Buona lettura:



Discriminazioni contro gli uomini nel sistema pensionistico.
(pubblicato 14 ottobre 2015)

 Una delle tante discriminazioni antimaschili è la disparità di età pensionabile tra donne e uomini: 5 anni in più per quest'ultimi. Questo significa, quindi, che benchè gli uomini, rispetto alle donne, diano più contributi all'INPS, ricevono di meno. Benpensanti e falsari femministi vari giustificano questa disparità insinuando che "le donne fanno doppio lavoro, mentre gli uomini in casa non fanno nulla". Questo disonesto pretesto può essere demolito in 5 punti. Ecco:
1) Ammesso che sia vero-e NON è affatto vero che "gli uomini non fanno nulla in casa", questo fattore sarebbe comunque COMPENSATO da un fattore non meno importante, anzi ancor più importante, e cioè dal fatto che la vita media degli uomini è minore di quella delle donne(e non per una questione "naturale", come insinua una certa feccia femminista). E questa non è una compensazione da poco,dato che l'aspettativa media di vita è un fattore importante,anzi predominante, al fine della quantificazione dell'età pensionabile.
2) Non basta il confronto tra quantità di ore lavorative, per poter attuare una disparità di età pensionabile, dato che il "peso" di un'ora lavorativa, non è uguale per tutti i lavori, ma differisce a seconda della tipologia di lavoro svolto. Per intenderci meglio: un contenitore di 7 angurie è molto più pesante di un contenitore di 7 mele, benché il numero di frutti dei due contenitori sia lo stesso(7). Quindi: un'ora spesa per lavorare in cantiere edile o per la costruzione di un ponte, in una fogna, per aggiustare una strada sotto il sole cocente o il gelo, in un'acciaieria, eccetera e eccetera-lavori, questi,svolti solo da uomini(non vengono chieste "quote rosa" per questi ambiti, chissà il perché)- è molto più dura e impegnativa rispetto ad un'ora spesa dietro una scrivania in una segreteria, in un ufficio,e quant'altro, oppure per stirare camicie e cucinare pasta e fagioli, senza nulla togliere a chi fa queste (importantissime) attività, sia chiaro. I lavori più rischiosi e usuranti sono fatti da uomini-e il 97% dei morti sul lavoro riguarda il sesso maschile-quindi, alla luce di quanto esposto sopra , questo è un ulteriore motivo per cui questa disparità di età pensionabile a scapito degli uomini, è ingiustificata.
3)Che le donne si occupino della casa, più passa il tempo, più è meno vero. I costumi e le abitudini femminili(ma anche maschili) sono cambiate radicalmente rispetto al passato. Una cosa è certa: allorché una donna occupi più tempo per le faccende domestiche rispetto al marito, non è perché quest'ultimo sia uno scansafatiche dedito al campionato di calcio e alla gnocca(come insinuano moltissime, troppe, donne) ma semplicemente perché gli uomini, in media, occupano più tempo fuori casa per lavoro.
4) Comunque,anche ammettendo, che la donna occupi più tempo per le faccende di casa rispetto all'uomo, questo sarebbe un discorso che varrebbe nella media, quindi non si potrebbe generalizzare. Per esempio, quando diciamo che i nordici sono più alti degli orientali, intendiamo nella media, perché senz'altro ci sono anche orientali più alti di nordici. E quindi prendiamo il caso di una moglie che faccia ben poco a casa(e anche fuori), mentre suo marito, oltre a lavorare fuori casa si occupi molto della casa(e ce ne sono di mogli e mariti così). Perché quest'ultimo deve andare in pensione 5 anni più tardi? Non c'è nessuna ragione. Allo stesso modo, prendiamo il caso di un uomo che vive da solo, e quindi oltre al lavoro fuori casa deve occuparsi anche della casa, secondo questa logica usata per giustificare questa disparità di pensionamento a favore delle donne, dovrebbe andare in pensione 5 anni prima: eppure non accade così, appunto, perchè un uomo, quindi un cittadino di serie B.
5) Ad ogni modo, al di là di chi tra donne e uomini occupi più tempo per le faccende domestiche, va detto che gli uomini, anche nelle faccende domestiche compiono le azioni più dure e rischiose(per esempio, è più probabile che sia il marito rispetto alla moglie a mettere mani sui fili elettrici, ad arrampicarsi per verniciare parete e soffitto, a tagliare il prato nel giardino, ecc,). La gran parte degli incidenti mortali domestici, infatti, coinvolge persone di sesso maschile( https://drive.google.com/folderview?id=0B6gpS9zR7YIEcWVlMWd0MktUemc&usp=sharing  ). Quindi anche per le faccende domestiche non basta il confronto di ore, ma conta anche e soprattutto il loro "peso".

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Gli uomini lavorano (molto) di più delle donne
(pubblicato il 10 gennaio 2016)



In questa mappa(fonte:ONU)il numero medio di ore di lavoratori e lavoratrici nel mondo: come si vede, i lavoratori spendono un numero di ore molto maggiore rispetto alle lavoratrici. E non solo:questo divario in realtà è molto più ampio, perchè questi dati non "pesano" il tipo di lavoro ma mettono tutti i lavori sullo stesso piano. X ore spese a lavorare in un cantiere edile, in un'acciaieria, ad aggiustare una strada sotto il sole o il gelo,ecc, tutti lavori, questi, prevalentemente(anzi esclusivamente) maschili, sono molto più duri ,impegnativi e rischiosi rispetto ad X ore spese a fare l'insegnante o la segretaria, ecc, tutti lavori, questi, prevalentemente femminili. Quindi se il numero di ore fosse stato pesato in base al tipo di lavoro, questo già netto divario di ore lavorative tra lavoratori e lavoratrici sarebbe stato ancora più ampio.
Ovvio, quindi, che, mediamente, gli uomini hanno meno tempo e risorse, rispetto alle donne per occuparsi delle faccende domestiche, non quindi perchè passino il tempo a casa a guardare calcio, formula 1 e gnocca(e comunque hanno diritto a farlo dopo tutto il lavoro e che lavoro che fanno), come insinuano le Istituzioni, i Media e fin troppe donne(non solo le femministe), per fortuna non tutte. Eppure ciò nonostante, gli uomini lavorano eccome in casa, nonostante tutti gli impedimenti derivanti da quanto detto sopra. Basti considerare che, statisticamente, gli incidenti mortali in faccende domestiche, colpiscono gli uomini non di meno, anzi ancor di più, rispetto alle donne.
Aggiungiamoci, inoltre, che a seguito di tutte queste pressioni sociali, gli uomini hanno un'aspettativa media di vita molto inferiore alle donne. E non è un fattore di nulla, dato che l'aspettativa di vita media è un fattore che influisce sull'età pensionabile.

Alla luce di tutte queste realtà, quindi, non c'è nessun motivo per il quale gli uomini devono andare in pensione più tardi rispetto alle donne. L'unico motivo è la discriminazione. Gli uomini danno più contributi all'INPS, rispetto alle donne, ma ricevono di meno.
Questa sarebbe la società "maschilista", questo sarebbe il Paese "non per donne"? 

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Infame rappresentazione sociale e mediatica degli uomini come "sfaticati"
(pubblicato il 17 agosto 2015)




Così, tipo come nella foto, i Media, le Istituzioni e i benpensanti sono soliti ridicolizzare e denigrare l' uomo medio, descrivendolo oltre che come un "oppressore" e "privilegiato" anche come uno scansafatiche pantofolaio che non fa nulla dalla mattina alla sera(se non guardare il calcio e la gnocca), mentre la moglie deve provvedere tutto lei a casa. Anche la ministressa Fornero qualche anno fa tirò le orecchie agli uomini descrivendoli come dei scansafatiche(da che pulpito!) invitandoli quindi "a fare di più".

Ma davvero gli uomini si occupano di meno in casa rispetto alla donna? Potrebbe anche essere-e comunque non c'è nessuna prova che lo attesti, anzi-, ma ammettiamo(per ipotesi e senza concessioni) che sia così, a parte il fatto che questo non autorizza a ridicolizzare e sminuire gli uomini, ci sarebbe un valido motivo per cui gli uomini si occupino(congiuntivo, quindi nulla di certo) di meno della casa rispetto alla donna.E qual è?

Il motivo è semplice: gli uomini,rispetto alle donne, mediamente, occupano più tempo fuori casa per lavoro(basti pensare le tante famiglie in cui solo lui lavora, oppure anche quelle in cui pur se entrambi lavorano, lui svolge lavori che lo tengono fuori molto di più di della moglie), e inoltre svolgono i lavori più duri e rischiosi e usuranti rispetto alle donne(infatti il 98% dei morti sul lavoro), quindi è assolutamente LOGICO che abbiano meno tempo e risorse, rispetto alle donne, per occuparsi della casa.

Ma, ripetiamo, non c'è nessuna prova che l' uomo si occupi di meno della casa rispetto alla donna. Forse in passato, ma oggi è tutt' altro che certo. L' unica cosa certa è che anche in casa l' uomo svolge le mansioni più dure e rischiose: se c'è da mettere mani su fili elettrici, arrampicarsi su soffitti, spostare mobili, tagliare piante,alberi, fare il prato, ecc, tocca quasi sempre al marito.

Tra l' altro le ricerche sugli incidenti domestici parlano chiaro, la maggior parte dei morti in incidenti domestici sono maschili:
https://drive.google.com/folderview?id=0B6gpS9zR7YIEcWVlMWd0MktUemc&usp=sharing (le donne sono in maggioranza solo dopo gli 80 anni. E grazie al cavolo: una donna ultraottantenne è nella maggior parte dei casi una vedova).

Quindi cosa c'è di vero in questa rappresentazione nella foto? Nulla, solo luoghi comuni anti-uomo. Certo ci possono anche essere uomini scansafatiche che delegano tutto alla moglie, ma sono eccezioni, e comunque ci sono anche tante mogli, e quindi non eccezioni, che mentre i mariti si fanno un sedere così al lavoro, passano il loro tempo dal parrucchiere, dall'estetista, a perdere il tempo su facebook(magari a rimorchiare qualche ragazzone) e con riviste frivole.Ovviamente è sbagliato generalizzare su tutte le donne. Ma che penserebbero i benpensanti se si generalizzasse sulle donne descrivendole tutte così? Penserebbero male, ovviamente. E allora perchè generalizzare contro gli uomini, tra l' altro per molto di meno??

Intanto in forza di perverso luogocomune antimaschile, gli uomini vanno in pensione 5 anni più tardi nonostante abbiano una vita media di 7 anni minore delle donne(e non per natura, ma perchè su di loro ricadono i maggiori oneri sociali che come tali si ripercuotono sulla salute e sulla "pelle").

E gli uomini che fanno? Nulla, tacciono.


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La disoccupazione maschile è maggiore di quella femminile
(pubblicato il 23 luglio 2015)



Si parla tanto di "disoccupazione femminile", con conseguenti provvedimenti discriminatori contro i disoccupati uomini(al di sopra 30), ma la disoccupazione maschile è maggiore di quella femminile. I dati parlano chiaro. Spesso infatti si confonde tra "disoccupazione" e "inoccupazione", infatti non tutti gli inoccupati lo sono loro malgrado, infatti ci sono anche quelli che lo sono per propria scelta. Nel caso delle donne, oltre alla disoccupate(che in quanto tali non lo sono mai per scelta) e alle inoccupate non per loro scelta, ci sono anche quelle che lo sono per loro scelta, perchè hanno deciso di loro scelta di fare la vita casalinga(marito che lavora, ovviamente), chi per passione di vita, chi per ripiego in attesa di trovare un lavoro, ma comunque sempre per propria scelta.. Questa è una scelta o ripiego che ovviamente c gli uomini non hanno il "lusso" di prendere, perchè a meno che non si voglia sostenere che gli asini volino, è molto raro, vedere la situazione a parti invertite. Perchè socialmente non accettato. Quindi un uomo senza lavoro finisce in mezzo alla strada(a meno che non campi di reddito, ma questi sono casi rari e particolari), mentre una donna senza lavoro, ha maggiori probabilità rispetto ad un uomo nella stessa situazione di sfuggire dalla strada, in quanto socialmente è molto più accettato che un uomo possa rincasare e mantenere una donna, rispetto al caso a parti invertite.  Ecco perchè il 95% dei suicidi per mancanza di lavoro è maschile e l '85% dei senta tetto è maschile. Giusto o sbagliato che sia, sociale o naturale che sia, le cose vanno così. Punto.
Ma ciò nonostante i governi, seguendo l' ideologia femminista che dice "uomini privilegiati/donne vittime e discriminate",discriminano i disoccupati maschi per compensare i loro (fantomatici) "privilegi" derivanti dall' essere maschi. Ecco le conseguenze di tutta questa perversa mistificazione femminista. E poi ci vengono pure a dire che sono per la "parità".


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La bufala della disparità salariale tra uomini e donne
(pubblicato il 4 agosto 2015)


Ecco la Dinamica delle bugie femministe sulla fantomatica "disparità salariale" tra uomini e donne.

Facciamo un esempio: prendiamo due Categorie, chiamiamole X e Y, ognuna delle quali è composta da 6 individui( ognuno con un lavoro diverso), chiamiamoli A,B,C,D,E, F per la categoria X, mentre G,H,I,L,M,N per la categoria Y. Prendiamo gli stipendi degli individui(ognuno ha un lavoro diverso) delle due categorie. Facciamo, per esempio: A=100, B=60, C=8, D=3, E=2,F=1, per la categoria X. Facciamo: G=60, H=40, I=20, L=10,M=5,N=3, per la categoria Y. Facciamo ora la Media degli stipendi per entrambe le categorie: Categoria X=(100+60+8+3+2+1)/6=29. Categoria Y=(60+40+20+10+5+3)/6=23. Quindi, siccome 29 è maggiore di 23, stando ai "ragionamenti" della propaganda femminista-mediatica-governativa, dovremmo concludere che tutti membri della categoria X siano più ricchi e guadagnino di più a " parità di lavoro" rispetto ai membri della categoria Y. In poche parole, C=8, D=3, E=3, F=1, stando al loro ragionamento, sono più "ricchi" di G=60, H=40, I=20 e L=10, nonostante invece abbiano uno stipendio minore. Quindi le diversità di stipendi di ognuno scompaiono e si appiattiscono e uniformano alla Media delle relative due categorie.
Ed è così, quindi, che si fabbrica ad arte la leggenda metropolitana della "disparità salariale" tra uomini e donne.

Per Televisione e nei tanti manifesti in luoghi pubblici, starete sicuramente vedendo questa tempesta di pubblicità "progresso"(ah, Orwel!) che affermano che gli uomini "guadagnano" il 30% in più "a parità di lavoro", ecco questa affermazione falsa si basa proprio sul procedimento visto sopra a riguardo delle categorie X e Y, cioè su una mera e generica media aritmetica globale tra tutti gli stipendi di uomini e di donne, e quindi non a parità di lavoro, di mansione, di ruolo, di orario lavorativo(compresi straordinari e orari notturni), di anni di servizio, di merito, eccetera, eccetera.


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Smascherata una bufala di "sessismo"  sul web contro le donne
(pubblicato il 6 luglio 2015)



C'è una pagina filofemminista che ha preparato questo "screen"(che vedete nella foto) mostranti alcuni pochi (7 o 8)commenti su una notizia riguardo di un presunto stupro di cui sarebbe stata vittima una 16enne(anche se l' accusato si dichiara innocente, quindi è tutto da accertare). Non c'è che dire, bisogna ammetterlo, alcuni di questi commenti mostrati nella foto sono davvero sciocchi (altri invece sono del tutto innocui). Eppure, eppure, c'è un inganno. E qual è questo inganno?
L' inganno sta nel fatto che questi commenti mostrati nella foto, sono un' ultra esigua minoranza di commenti estrapolati da una lunghissima serie di commenti che invece condannano duramente questo presunto stupro( con tanto di invocazioni alla castrazione, alla pena di morte e alle torture contro il presunto violentatore), e dopodichè riuniti insieme e assemblati in un' unica foto(questa che vedete) per far credere che si trattino di commenti generalizzati e maggioritari e che quindi questa sia una società "maschilista" che prende in giro le donne vittime di violenza. Inoltre,non hanno detto che quei commenti non provengono tutti dalla stessa pagina. Alcuni li ho letti, anziché da tgcom24, su RomaToday. Su RomaToday per esempio, su 110 commenti, solamente 5-6 ne ho trovati di quelli nello screen nella foto, gli altri sono tutti di ferma condanna contro quel militare. Altri commenti della "foto della pagina" effettivamente provengono da TgCom24 , ma rimangono sempre una striminzita minoranza. Su 216 commenti, ce ne stavano solo 6 di "demenziali" e nemmeno tutti quelli fotografati. Comunque sia i numeri sono questi, su romatoday 110 commenti solo 5-6 "demenziali" , gli altri tutti di condanna. Su tgcom24 invece 6 demenziali su 216. Ecco qui le prove, verificate(contando) voi stessi:
https://www.facebook.com/tgcom24/posts/10153564059404610?comment_tracking=%7B%22tn%22%3A%22O%22%7D
https://www.facebook.com/RomaToday.it/posts/10153382749973810

Ecco, quindi, questo è l' inganno: oscurare quella stragrande maggioranza di commenti di condanna nei confronti di questo stupro, e mettere in risalto solo una esigua minoranza di commenti sciocchi , dando quindi una rappresentazione completamente falsata e capovolta dell' atteggiamento generale che questa società ha a riguardo della "violenza contro le donne". Questa è pura disinformazione, tipica della propaganda femminista. Ma la cosa ancor più grave e disgustosa è che tale screen è stato diffuso in modo "virale" attraverso il fb e il web, pervenendo fino agli organi di informazione nazionale(già vari quotidiani a tiratira nazionale ne hanno scritti articoli) e alle autorità istituzionali. Insomma, è stato montato ad arte un caso mediatico e istituzionale sul (quasi) nulla.
Al contrario, invece, quando si tratta di notizie di violenze commesse da donne contro uomini, i commenti sono quasi tutti giustificanti e pieni di elogio nei confronti della carnefice, anche e soprattutto quando si trattano di violenze efferate e raccapriccianti, come ad esempio, la mutilazione del pene o dei testicoli, su cui invece va di moda l' ironia e il sarcasmo più beceri, spesso ad opera anche di politici, personaggi o presentatori televisivi, ecc. (immagina quante interrogazioni parlamentari avverrebbero se succedesse a parti invertite contro le vittime femminili).Per non parlare poi degli omicidi commessi da donne contro uomini: in tal caso i commenti sono quasi tutti del tipo "ha fatto bene", "sicuramente, questa donna aveva una buona ragione per farlo", "finalmente ogni tanto una donna ammazza un uomo", "le donne stanno incominciando a ribellarsi", e così via.

La pagina in questione che ha preparato questa foto che vedete,si autodefinisce a carattere "statistico". Ma se si attenessero davvero alla statistica, confronterebbero il numero di commenti incriminati nella foto con quelli invece di condanna, con tanto di "report" statistico, ma si sono guardati bene dal farlo, perchè farlo smentirebbe la loro ottusa e falsa teoria(cioè sulla "cultura dello stupro").
E allora lo potete fare voi, chiunque di voi: andate su qualunque sito o pagina di cronaca, ad esempio TG COM24, Leggo, Repubblica, Corriere, ecc. Prendete una notizia di una violenza commessa da un uomo contro una donna(omicidio o stupro), leggete i commenti, e poi fate un rapporto tra il numero di commenti di condanna(tale numero chiamiamolo Ng),e il numero di commenti stupidi o colpevolizzanti la vittima(tale numero chiamiamolo Ng). E poi prendete una notizia di una violenza, a parti invertite, cioè commessa da una donna contro un uomo(omicidio, evirazione, ecc) e fate sempre questo rapporto Nc/Ng. Dopodichè confrontate questi due rapporti: nel primo caso vedrete che tale rapporto è largamente superiore ad 1(ed essendo nella stragrande maggioranza dei casi Ng=0, tale rapporto tende addirittura al' infinito), mentre nel secondo caso tale rapporto è invece largamente inferiore a 1(quasi tendente a 0, e in moltissimo casi proprio uguale a 0, perchè Nc=0).
PROVATECI.

L' enorme divario tra questi due rapporti, in proporzioni completamente capovolte l' uno rispetto all' altro, ci indica appunto il diverso e opposto atteggiamento che ha questa società nei confronti di una violenza commessa da un uomo nei confronti di una donna e di quella commessa da una donna contro uomo: nel primo caso indignazione e richieste di forca, nel secondo caso, invece, indifferenza e molto spesso giustificazione nei confronti della carnefice.Del resto, non c'è nemmeno bisogno di fare queste statistiche, basti considerare la vasta e morbosa attenzione mediatica, istituzionale e sociale a riguardo della "violenza contro le donne" e sul "femminicidio", come se violenze, omicidi, soprusi e ingiustizie commesse da donne contro uomini non esistessero.E ovviamente questa disparità di atteggiamento si traduce anche in diversità di trattamento giudiziario a seconda del sesso della vittima e dell' aggressore: negli Usa a parità di reato e movente, gli uomini subiscono pene del 63% superiori rispetto alle donne, e stiamo parlando di un paese in cui la giustizia è applicata in modo inflessibile, figuriamoci quindi in Italia quanto sia ancora maggiore questo pur largo e intollerabile divario. Ma molte femministe in malafede e loro lecca-piedi uomini(detti maschi pentiti), non paghi di questa ingiustizia sociale e giudiziaria contro le vittime maschili, fanno credere che invece accada tutto il contrario. Che menzogna, che impostura!

NOTE:
1) Abbiamo oscurato noi i nomi dei commentatori, perchè sappiamo che è vietato pubblicare screen di profili senza oscurarli, cosa che invece quella pagina ha fatto, contravvenendo alle regole di fb e anche a quelle penali.

2): va detto che quei commenti nella foto per quanto possano essere non condivisibili. non giustificano quella violenza(anzi alcuni la condannano esplicitamente), infatti giustificare vuol dire approvare. Invece i commenti in notizie riguardanti un omicidio commesso da una donna contro un uomo giustificano esplicitamente il delitto ed elogiano l' assassina. Insomma, due tipi di commenti, entrambi inaccettabili, ma che non possono essere messi sullo stesso piano.

3) tra i commenti "incriminati", come vedete c'è uno che dice "ma le femministe dove sono?" E quindi? Che c'è di male in questo commento? Francamente non ne ho capito il senso,ma di sicuro è del tutto innocuo e lecito. Come vedete, i gestori di quella pagina filofemminista erano così a corto di commenti "maschilisti" da mostrare, che ne hanno messi pure quelli del tutto normali o innocui.

4) Se vedete nei post di quella pagina che ho linkato, alcuni commenti vertono sulla questione se sia giusto o meno che i genitori lascino un/a ragazzina/o andare in giro a notte tarda. ora non voglio entrare in questo argomento, faccio solo notare che questo non c'entra nulla sulla presunta "colpevolizzazione della vittima" di cui le femministe tanto cianciano.

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Il Femminismo non è mai stato buono
(pubblicato il 13 gennaio 2016)


Il femminismo del passato era "buono"?
"Nel passato gli uomini avevano diritti, le donne no". Questa è la falsa interpretazione della Storia fatta dal femminismo e a cui anche tanti di coloro che si dicono contro il femminismo, credono.
Ma la Storia dice ben altro.
Gli uomini che avevano diritti e maggiori possibilità rispetto alle donne, erano quelli appartenenti alle classi alte(nobili, aristocratiche, ecc), cioè una ristretta e minuscola parte della società. Questi potevano studiare, andare all'università, diventare medici, avvocati, ecc. Ma si trattava appunto di una ristretta minoranza della società,quindi far passare la condizione di una minuscola parte di uomini del passato come condizione dell'intero genere maschile del passato, è stata una squallida mistificazione ideologica fatta dal femminismo.
Si parla tanto della prima donna italiana laureata nel 1600,Lucrezia Cornaro, come una grande "conquista delle donne",come se a quell'epoca ci fossero tanti uomini che andavano all'università,cosa assolutamente falsa: di uomini che andavano all'università si contavano sulle dita della mano, erano appunto pochi figli di famiglie ricche e nobili, non certo quelli della classi popolari che rappresentavano ben il 99% della popolazione.
Al di fuori di questa minuscola parte della società, uomini e donne erano accomunati da una totale mancanza di diritti, cosa dovuta anche alle condizioni dell'epoca.
Dove esisteva un vantaggio maschile(maggiore libertà d'azione), come altra faccia della medaglia si contrapponeva uno svantaggio maschile, e cioè i pesanti oneri sociali e materiali che ricadevano sugli uomini, quali il dovere di difendere e mantenere la famiglia(di qui il concetto di "capo famiglia", che non voleva dire padre padrone), di procurarsi il cibo(e a quei tempi campare era una guerra quotidiana),di fare il servizio militare, di andare al fronte per la difesa della patria ad essere a macellati,di essere responsabile penalmente anche di eventuali reati della moglie, e così via. Allo stesso modo, dove esisteva uno svantaggio femminile(per esempio minore possibilità di accedere a questioni ereditarie, minore libertà sessuale,ecc), esisteva anche un vantaggio femminile,dovuto alla sua sua qualifica sociale di "parte debole" che la esentava dai tanti e terribili oneri che invece ricadevano sugli uomini.
Quando, poi sono sorte la tecnologia automatica,i diritti e le tutele sul lavoro, i vaccini, e le medicine, ecc, è stata resa possibile la nascita di tante mansioni comode e sicure come tali fattibili da tutti e tutte, quindi rendendo possibile anche l'emancipazione economica delle donne. Non è stato quindi il femminismo a favorire l'emancipazione economica delle donne, ma i suddetti fattori. Il femminismo ha solo cavalcato questa trasformazione sociale appropriandosi di meriti che non ha e che non ha mai avuto.
Quindi tirando le somme, c'era discriminazione contro entrambi i sessi, seppure in forme diverse. Ergo, non c'era bisogno del Femminismo per combatterle, ma del Paritatismo.
Non si cada nell'errore che il primo Femminismo sia stato "buono" e che poi sarebbe "degenerato" con l'attuale femminismo "cattivo" odierno. E' falso. Non c'è stata nessuna degenerazione. Il femminismo sin dalle sue origini ha predicato la teoria cospirazionista del "Patriarcato" cioè dell'"oppressione del genere maschile contro il genere femminile". Questa è una falsità storica.
Accreditare il primo femminismo, cioè quello della prima ondata,come "femminismo buono", quindi,vuol dire favorire anche la misandria attuale, perchè se si dà per vera la teoria secondo cui il femminismo sia nato per "giusti motivi",e cioè l'"oppressione del genere maschile contro quello femminile", cioè il "patriarcato", allora vuol dire che il "patriarcato" è ancora presente attualmente-anche se in forma minore-in quanto un sistema sociale così radicato nella società per millenni-quale sarebbe stato il "patriarcato"-non può essere infranto attraverso appena pochi decenni di lotte sociali,ma ci vorrebbero secoli. E allora se esiste ancora il "patriarcato", vuol dire che esiste solo la violenza commessa da uomini verso donne e che non esistono problematiche maschili, e perchè questo appunto afferma il femminismo con la sua teoria del "Patriarcato", anche e soprattutto il cosiddetto "femminismo buono" del passato. Il femminismo della prima ondata era ancora più sessista di quello attuale(femminismo della terza ondata, ma io parlerei di quarta ondata), solo che quest'ultimo ha fatto più danni perchè è stato accreditato dalle Istituzioni, mentre quello della prima ondata era "solo" un movimento sociale.
Oltretutto, accreditare come "buono" il femminismo del passato, vorrebbe anche dire buttare infamia su quei milioni e milioni di uomini del passato che hanno subito tanti disagi, ingiustizie e sofferenze e che tanto bene hanno fatto alle donne e ai figli, attribuendo loro privilegi e malefatte che non hanno mai avuto e fatto. Perchè questo ha fatto il femminismo "buono" del passato.

Riflettano quei tanti che si dicono contro il femminismo ma che poi difendono il femminismo del passato. Poi è anche un controsenso: è come dire "io sono antirazzista, però il razzismo del passato era buono", oppure "io sono anticomunista , ma il comunismo del passato era buono", oppure "io sono antifascista, ma il fascismo del passato era buono". E così via. Ma che vuol dire? Su, coerenza!

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Esempio di due pesi e due misure tra uomini e donne.
(31 maggio 2015)

-Quando in una certa situazione/contesto(non stiamo parlando necessariamente di violenze) sono le donne ad essere principalmente vittime, i Media pongono l' accento sul sesso delle vittime della situazione, facendo passare l' idea che "sono le donne ad essere quelle che se la passano peggio".

-Quando invece sono gli uomini ad essere le principali vittime in una determinata situazione o contesto, i Media invece non pongono l' accento sul sesso, ma si limitano a parlare di "persone".
Questo è un esempio, fra gli infiniti che se ne possono fare, di come un modo asimmetrico, a seconda del sesso, di presentare e descrivere determinate situazioni, possa creare percezioni difformi dalla realtà. " Le donne sono svantaggiate, mentre gli uomini sono privilegiati", è solo una percezione creata dai media e da una certa cultura. Ma la percezione di una cosa non sempre corrisponde a realtà, alla stessa stregua di quando ci si mette la mano sulla fronte e la si "sente" più calda del solito: non sempre significa che si ha la febbre, è solo una percezione. Purtroppo la maggior parte delle persone si basa e agisce a seconda di ciò che percepisce. Fa parte della natura, questo. Però la Natura prevede anche una ratio, che purtroppo la stragrande degli esseri umani non sfrutta perchè in Natura l 'istinto è alla base di tutto. E purtroppo su questo aspetto, la propaganda femminista, al pari di ogni altra propaganda menzognera e distruttiva, fa leva.

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