martedì 26 gennaio 2010

"Processo Breve" e reati sessuali

 Ecco come si è ridotta la nostrana e attuale "sinistra":

 Il Senato della Repubblica ha approvato la legge sul processo breve ........Pedofili e stupratori verranno non solo rimessi in libertà, ma non avranno alcuna segnalazione sul certificato penale.
  Migliaia di donne e bambini ringraziano Silvio Berlusconi che, pur di salvare se stesso, li condanna alla paura e alle probabilissime vendette.

Queste sono le parole di presentazione di un gruppo antiberlusconiano su facebook creato per contestare il decreto berlusconiano-leghista sul cosidetto "processo breve"(che accorcia i tempi di prescrizione). Parole che ben riassumono  la "mutazione genetica"  in atto da anni su questa "sinistra" occidentale, la quale ormai è diventata una parodia di quella che in passato poteva legittimamente fregiarsi con orgoglio di questo titolo. 

 Quella Sinistra che un tempo era conosciuta per il suo attaccamento ai valori della libertà, dei diritti umani, e del garantismo giuridico, oggi, invece, abbandonando o comunque adacquando tali ideali, li ha sostitituiti con quelli della linea moralista fondata sulle Galere democratiche e uguali per tutti:  il tintinnìo delle manette si profila, quindi, all' orizzonte del nuovo idealismo dell'attuale popolo di "sinistra".

E questo vale sopratutto per quanto concerne i cosiddetti reati sessuali nei confronti di cui, quindi, l'attuale "sinistra" ostenta un certo moralismo savonaroliano in nome dei diritti delle "donne e dei bambini" tale da far apparire niente di meno Berlusconi e i Leghisti come "difensori dei pedofili e stupratori", ignorando ipocritamente e spudoratamente che se fosse per questi loschi P2isti-Leghisti, le persone accusate di reati sessuali finirebbero all' inferno, con o senza prove.  Ma tant'è.

Ritornando ai deliri giustizialisti e forcaioli di questo nuovo popolo di "sinistra", secondo i quali questa legge sul processo breve provocherebbe la scarcerazioni di stupratori e pedofili, ci si ricordi che:

- Secondo la Costituzione-cui questi moralisti spesso si richiamano quando fa comodo loro-nessuno è pedofilo,nessuno è stupratore, nessuno è ladro, nessuno è assassino,insomma nessuno è delinquente fino a che ciò non sia stato stabilito definitivamente e irrevocabilmente da una sentenza di tribunale, dell' ultimo grado di giudizio(in questo caso, la Cassazione). Quindi, anche se fosse come dicono loro, la prescrizione o l'estinzione del processo riguarderebbe un presunto innocente accusato di pedofilia o stupro,e non certo uno stupratore o pedofilo accertati e riconosciuti come tali.

- Il cosiddetto "Decreto AntiStupri" ideato e fatto approvare da Berlusconi e Lega e con i voti anche dell' "opposizione" PDista e Dipietrista, e applicato anche retroattivamente, prevede-alla stregua di come si fa con gli accusati di Mafia- l'obbligo del Carcere Preventivo(cioè la custodia cautelare in carecere in attesa di processo) per le persone accusate di reati sessuali, arrivando finanche a vietare la possibilità degli arresti domiciliari.L'unico modo che ha l'accusato di reati sessuali di essere scarcerato, è quello di essere assolto(un altro modo sarebbe  sarebbe l'intervenuta Prescrizione-ammesso e concesso che per questo reato tale evenienza non ancora sia stata soppressa- ma vedremo dopo che è quasi impossibile).  In caso di condanna, gli viene soppressa anche la legge Gozzini(quindi addio ad eventuali sconti di pena per buona condotta o per motivi di salute e tanti altri benefici di cui anche i condannati per omicidio e strage possono invece usufruire). Insomma, per i reati sessuali, è previsto un restringimento delle granzie processuali e una Certezza della Pena inflessibile e spietata non riscontrabile nemmeno negli Usa.

- In caso di reati sessuali, non servono prove oggettive per condannare l'imputato. Basta la deposizione della donna denunziante. A riprova di ciò, basti considerare il patrocinio gratuito riservato alle donne che vogliono denunciare un reato sessuale: ciò significa che implicitamente,le accuse della donna vengono, apriori, considerate veritiere già in partenza, prima quindi dell' eventuale sentenza di condanna. Compito dell' imputato, quindi,  in qualità di presunto colpevole(e non già di presunto innocente, così come prevede la carta Costituzionale) dimostrare dal carcere la sua innocenza.  Questa aberrazione giuridica viene avallata esplicitamente anche dalla Corte di Cassazione, la quale è abbastanza esplicita a riguardo, affermando che la deposizione della accusatrice è già di per se una prova:

"In tema di reati sessuali, poiché la testimonianza della persona offesa è spesso unica fonte del convincimento del giudice, è essenziale la valutazione circa l'attendibilità del teste; tale giudizio, essendo di tipo fattuale, ossia di merito, in quanto attiene il modo di essere della persona escussa, può essere effettuato solo attraverso la dialettica dibattimentale, mentre è precluso in sede di legittimità, specialmente quando il giudice del merito abbia fornito una spiegazione plausibile della sua analisi probatoria ai fini della formazione del libero convincimento del giudice, ben può tenersi conto delle dichiarazioni della parte offesa, la cui testimonianza, ove ritenuta intrinsecamente attendibile, costituisce una vera e propria fonte di prova, sulla quale può essere, anche esclusivamente, fondata l'affermazione di colpevolezza dell'imputato..."(1)

Come si vede, quindi, a riguardo della donna denunziante la Cassazione parla esplicitamente di "parte offesa" e non di "presunta parte offesa", e quindi in virtù di ciò, la sua deposizione "costituisce una vera e propria fonte di prova", purchè ritenuta "attendibile", cioè purchè l'imputato non sia riuscito a dimostrare la falsità dell'accusa(questa è l'inversione dell' onere della prova di cui più volte abbiamo denunciato, in quanto il Diritto Giuridico stabilisce che non è compito dell'accusato dimostrare la falsità dell'accusa, ma al contrario è compito dell'accusatore dimostrare la veridicità dell'accusa).

-Questo decreto vale solo per i reati che prevedono una pena massima sotto i 10 anni di reclusione. Lo stupro e la pedofilia, invece, in forza anche delle ultime attuali normative, prevedono come limite massimo, pene superiori ai 10 anni. Quindi questo decreto non dovrebbe valere anche per i reati sessuali. Tuttavia, qualora, dovesse comprendere anche i reati sessuali, ciò non costuituirebbe un grosso problema, in quanto avendo il Gaurdiasigilli Alfano definito questo decreto "migliorabile in parlamento", sicuramente i due schieramenti, d'amore e d'accordo, modificherebbero il decreto in modo tale da escludere i reati sessuali, un pò come accadde quando fu approvato il Mastelliano indulto "ceppalonico" dal cui beneficio furono eslcusi i condannati per reati sessuali( e non invece gli omicidi, come contrariamente e logicamente, avrebbe dovuto essere).

- Inoltre, vigendo per questo reato l' obbligo di custodia cautelare in carcere in attesa di processo, per evitare che subentri la decorrenza dei termini, i processi per questi reati non vanno per le lunghe(e quindi non c'è "pericolo" della Prescrizione). Sette o otto mesi in carcere da presunto colpevole,e poi via al processo, in cui qualora il disgraziato dovesse essere fortunato a dimostrare l'inconsistenza delle accuse, almeno il carcere ingiusto gli sarà servito da "esempio" e "avvertimento".(2)

Quindi, in conclusione, come si vede, processo breve o no, indulto o no e quant'altro, non viene minimamente ad essere intaccata la repressione giudiziaria e carceraria nei confronti dei "maniaci sessuali"-quelli veri, quelli falsi, quelli immaginari, quelli presunti- contro cui vige un consenso repressivo unanime da destra a sinistra.

Note:

1) http://www.altalex.com/index.php?idu=16154&cmd5=5279f21fd7b8d865396d024c51cdf3d5&idnot=48090

2)  La femminista Catherine Comins,nel 1991 in un articolo sul Time Magazine, dichiarò  che "gli uomini ingiustamente accusati di stupro possono comunque imparare da tale esperienza".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

I leghisti con le torce e i forconi che risalgono la collina del castello di Frankenstein: A MORTE..A MORTE...Bruciamo il mostro.

Poi c'è la gogna mediatica come la chiamano loro stessi, se poi un giudice da una pena lieve al mostro, c'è l'indignazione generale: uno/a che sta a casa a sentire la televisione, come fa a sapere quello che è successo sul luogo del delitto?

Le pene ci vogliono, purtroppo di pene le donne ne hanno pure troppo, e più ne hanno e più se ne approfittano.

I "misogini" nella storia sono sempre stati una minoranza.

Anonimo ha detto...

Io veramente a molti uomini darei l'incapacità di intendere e di volere quando si tratta di donne.

Rino ha detto...

Come sai sono da sempre restio a trattare la questione stupro (se non in ben definiti e determinati contesti) ciò a causa della valenza emotiva che la sola e semplice parola possiede, fatto che rende impossibile a quasi tutti l'uso della ragione sull'argomento.

Ora però, dopo lunghe riflessioni e avendo visto e rivisto come articoli le agomentazioni, sono giunto alla conclusione che hai ragione tu.

Noi del Momas siamo condannati comunque alla Gheenna, alla dannazione, alla gogna, al pubblico ludibrio.

Che si sussurri o che si gridi, non fa differenza.

Vai avanti così, Icarus.

Rino DV

Icarus.10 ha detto...

Grazie, Rino.Oltre a lusingarmi, in questo periodo di stanchezza e di sfiducia, questo tuo incoraggiamento mi dà davvero una boccata di ossigeno.

Grazie!